Cito l'articolo del 5 novembre 1963 comparso su Izvestija (giornale moscovita), a sua volta richiamato dalla mia fonte, ovvero il libro "La pianificazione sovietica" di Oleg K. Antonov, Vallecchi Editore Firenze (1968):
Spesso alla sera dalle finestre delle case emana una luce accecante, come di proiettori. Guardi, e ti accorgi che una stanzetta è illuminata da una lampadina da 150 watt. Non è possibile impiegare una lampadina più piccola?
Purtroppo non si può, e per la semplice ragione che le lampadine più deboli non si trovano nei negozi. Qui vi propongono lampadine di 75, 100 o addirittura 1500 watt, ma non di 15 o di 40.
La città di Kujbysev, per esempio, riceve le lampadine dalle fabbriche di Ufa, Saransk, Erevan e Mosca. Su 1.800.000 lampadine inviate quest'anno a Kujbysev, solo 330.000 avevano una potenza inferiore a 400 watt.
Il fatto è che i produttori non trovano vantaggio a fabbricare lampadine di scarsa potenza. Il loro programma viene calcolato non in unità di articoli prodotti, ma in potenza complessiva delle fonti di illuminazione. Per questa ragione essi premono sulla produzione vantaggiosa, mentre la produzione di lampade da 10, 15 e 25 watt è stata, di fatto, sospesa.
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Ero troppo piccolo allora (63), non lo ricordo. Ma alla fine 70'ta nella Literaturnaya Gazzetta (alla quale era permesso di criticare i piccoli diffetti del sistema) c'era un articolo sul tema: qualche anno fa le lampadine erano affidabilissimi, non si guastavano in 10 anni. E le fabbriche produttrici riscontrarono la situazione di propri magazzini strapieni per causa di bassa domanda. Allora cominciarono a produrre le lampadine che bruciavano fra un anno e cominciarono a scarseggiare nei negozi. Si taceva, che per fare questo doveva essere cambiato il GOST (standard statale).
RispondiEliminaGrazie per la tua precisazione! è incredibile notare quante discussioni si sollevassero ai tempi del socialismo anche per le questioni più banali! pazzesco!
RispondiEliminami fa anche sorridere pensare che tu c'eri già all'epoca dell'articolo...
Un altro ricordo sul tema simile: Nella stessa LG nel 1983 fu l'articolo "critico": i produttori di succhi di frutta naturali (mele, pomodori, pere, ciliegie, pesche, melagrane, corniola ecc.) gli confezionavano tutti in barattoli grandi 3 litri, scomodi per il consumatore, perché anche a loro nel programma di produzione venivano calcolati solo i volumi del succo prodotto. Allora, il ministro d'agricoltura (attenzione! Gli albori d'economia del mercato!) ha deciso di aumentare il prezzo di succhi confezionati in barattoli di 1 litro di 5%, e quelli confezionati in bottiglie di 0.5 l di 10%, per incentivare il produttore di produrre i succhi in confezioni comodi.
RispondiEliminaNel 1975 nella relazione del Comitato Centrale PCUS al XXIV Congresso del partito Leonid Brezhnev disse, che il Comitato Centrale riceveva le lamentele dei lavoratori sovietici che nel commercio scarseggiavano i fili di cucito (quelli in bobine piccole, per cucire o rammendare i vestiti a casa). Che era vergogna che nel paese del Socialismo Sviluppato mancavano queste inezie... Fra sei mesi i fili di cucito di tanti colori erano apparsi in tutti i negozi... Poi ci sparivano dal commercio tante altre cose (detergenti, calzini maschili, pasta dentifricia ecc), ma evidentemente i fatti non furono più riferiti al Segretario Generale per non disturbare il vecchietto.
che peccato, che brutta figura con il popolo sovietico.... queste storie fanno ridere adesso ma sono anche un po' tristi
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