Visioni. Berlino. Confermo tutto ciò di cui parlano i libri di architettura socialista, lo confermo in pieno: quartieri enormi di casermoni enormi, squadrati, dentro pulitissimi, poche relazioni tra le persone, però non meno che in occidente. Erano organizzati in comitati di abitanti, c’erano momenti di assemblea e partecipazione. Grandi viali e, in mezzo alle costruzioni, vastissime piazze squadrate dove si trovava un po’ di tutto, anche un campo di pallacanestro, magari messo male. Si vedeva che la macchina era un di più. La gente camminava molto. Il figlio a scuola ci andava a piedi. Si vedeva camminare tantissima gente. Per arrivare alla fermata di un mezzo pubblico bisognava attraversare piazzali larghi un chilometro e mezzo e… per forza, si camminava e si incontravano gli altri e quando li incontravi, era ovvio, una parola si scambiava. Si passava dal campo di basket all’associazione. Corsie per le biciclette, molto usate, e tantissima gente che andava e andava... Se pensi alla tua città, il prezzo della casa in cui abiti dipende dalla vicinanza alla metropolitana. Esci di casa, corri verso il metrò e scendi e vai e non potrai mai incontrare nessuno, anzi: fai in modo di evitare di fermarti!
Il centro di Berlino... l’impressione davanti a Marx ed Engels, uno seduto e l’altro in piedi... le foto di rito. Feci una bellissima fotografia al busto di Lenin nel giardino dell’Ambasciata Sovietica, appena oltrepassato il cancello, bellissimo busto... grandi piazze e la torre della televisione con il caffé rotante, dove vendevano le torte a fette. Le torte in Germania Est non mancavano mai. Lassù sedersi ed ordinare costava mille lire. Dopo un’ora, completato il giro, bisognava alzarsi. Locale elegantissimo, impeccabile dal punto di vista del servizio. Panorama mozzafiato.
Un giorno i miei cugini portarono me e mio fratello a fare la spesa e a visitare Radebeul, il paese di mio zio, vicino Radeberg. I mezzi di locomozione erano i tram a tre carrozze, trenini che correvano veloci e coprivano grandi distanze. Collegavano a Dresda le cittadine e i paesi. Radebeul aveva viali alberati, strade con voragini, piccoli marciapiedi, quadrilateri di case molto schematici, tutto sommato era carino. I giardini… mia nonna aveva un giardino immenso perché una ventina di membri della sua famiglia abitavano nello stesso posto, in una casa bellissima, con fontane, patio… ed erano semplici proletari di Radebeul! Era normale in quel periodo che in talune case provviste di giardino si coltivasse della frutta o della verdura e, per comodità di chi passava, si piazzavano dei tavolini fuori dai cancelli con sopra sacchetti pieni di patate o di altre verdure insieme ad una scatoletta per i soldi (la cassa) con scritto “1 marco”. E nessuno che controllava! Le buste erano già pronte, quattro patate ciascuna. I miei cugini si fermarono nei pressi di una ringhiera: "Ah, ci hanno detto di prendere le patate! Ah sì, prendiamo, prendiamo!" Contammo i soldi. Mancavano 30 centesimi. Niente da fare. Rimisero giù le patate, tornammo tutti a casa a prendere il necessario. Nuovamente al tavolino, soldi in cassetta, prese le patate. In Italia, senza andare fino a Napoli, prodotto, salvadanaio e tavolino sarebbero spariti in un secondo.
continua...
giovedì 15 ottobre 2009
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