Mio padre era membro del Partito Socialista del Marocco. Grazie al suo interessamento, nel settembre del 1984, quando avevo solo vent’anni, mi trovai di fronte alla straordinaria opportunità di recarmi nella DDR per proseguire gli studi. Mi trasferii quindi a Lipsia per studiare stomatologia. Mio fratello viveva già da tempo in Germania Est e proprio nell’84, appena laureato in medicina, lasciò Lipsia e per spostarsi ad Erfurt dove avrebbe iniziato la specializzazione in chirurgia pediatrica.
venerdì 13 luglio 2012
Intervista a Laila - DDR anni '80 - parte 1 - non presente nel libro
"Viaggi Pianificati" arricchisce l'offerta: abbiamo appena finito di registrare un'intervista con Laila, donna di origine marocchina ora residente nel nostro paese, che regalerà ai lettori uno spaccato molto originale della vita nella DDR. Vi ha abitato per sei anni, fino alla riunificazione. Buon divertimento! [Ricordo ai lettori che questa intervista non è presente nel libro. LDG]
Papà si fece carico del costo del viaggio. Nella DDR, come studentessa straniera, avevo diritto ad un sussidio pari a duecento marchi orientali: una cifra rispettabile. Disponevo di un letto in un “internat” (convitto, nda) studentesco dotato di stanze da quattro posti, con letti a castello, cucina e bagni in comune. Vi risiedevano giovani provenienti da tutto il mondo. Alcuni fuggivano da paesi che erano teatro di durissime repressioni. La mia amica guatemalteca, ad esempio, da tempo non aveva più notizie del padre, professore universitario, e della sorella: svaniti nel nulla da un giorno all’altro. Ricordo ospiti boliviani, angolani, etiopi, portoghesi, diversi marocchini, anche figli di appartenenti ad altre organizzazioni politiche. Noi stranieri potevamo aprire un conto in banca. Grazie ai soldi del governo potevo mangiare, vestirmi e comprare beni di base. Pagavo solo 10 marchi per il mensile del posto letto. In cantina c’erano lavatrici per tutti! Quanto al mangiare, un po’ di difficoltà… noi abituati alle verdure… i tedeschi avevano solo mele e patate! Pomodori? Non ne vedevamo mai, solo quando c’era la fiera a Lipsia, con prodotti internazionali e turisti carichi di valuta. Si tenevano una o due fiere all’anno, con buon afflusso di tedeschi occidentali. Noi potevamo allora far valere la nostra valuta nazionale, diversamente dai compagni del posto. Non c’era attrito solo tra studenti provenienti da mezzo mondo, ma anche e soprattutto tra noi e i locali. I tedeschi, nati nella DDR, non avevano la possibilità di acquistare quello che potevamo comprare noi. Non potevano andare a Berlino Ovest. Noi sì, con il visto. Io non approfittai mai di questa corsia preferenziale, ma altri… greci e ciprioti, ad esempio, sì. Prendevano il treno e passavano all’Ovest. I più indipendenti erano gli studenti privati, che potevano contare su una situazione economica familiare tale da rendere la loro permanenza nella DDR al di sopra degli standard. Infatti, la DDR accettava anche studenti privati, non solo comunisti. Lo studio in Germania era tenuto in alta considerazione. La stessa Università di Lipsia, la “Karl Marx”, si collocava ad un livello molto alto nel panorama europeo e mondiale. [continua]
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